Ben presto i lavoratori dipendenti, sia del settore privato che pubblico, si apprestano a subire un piccolo cambiamento nella propria busta paga. Dal mese di luglio 2020, infatti, partirà il cd. “taglio cuneo fiscale”.
Cosa significa? Ebbene, milioni di dipendenti subiranno un prelievo fiscale inferiore grazie alla rivisitazione del “bonus Renzi”. La novità, che opererà su due fronti come vedremo in seguito, deriva dall’ultima Legge di Bilancio 2020 (art. 1, co. 7 della L. n. 160/2019). Il disposto normativo ha introdotto un particolare fondo, denominato “Fondo per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti”, successivamente adottato il D.L. n. 3 del 5 febbraio 2020.
Dunque, il “bonus Renzi” sta per cambiare sia nell’importo che – in specifici casi, nelle modalità di erogazione dello stesso. I limiti reddituali subiranno anche una notevole variazione. Dal 1° luglio 2020, non si parlerà più di bonus 80 euro, bensì di bonus 100 euro. Ci sarà, infatti, un aumento di 20 euro mensili che porterà ciascun dipendente a guadagnare 600 euro fino a fine anno, rispetto ai 480 euro che sarebbero spettati con l’ormai vecchia normativa. Dal prossimo, poi, i lavoratori riceveranno 1.200 euro, anzichè 960 euro, se rispettino determinati requisiti reddituali.
Ma il taglio al cuneo fiscale ha effetto anche sul futuro assegno pensionistico? Vale anche per i pensionati? Andiamo in ordine e vediamo tutte le novità decorrente dal mese di luglio 2020.
Come anticipato, la prima importante novità nel bonus Renzi 2.0 è senza dubbio l’ampliamento dei soggetti interessati. Finora, si ricorda, che i lavoratori ricevono 960 euro annuali, ossia 80 euro al mese, quando il loro reddito complessivo è compreso tra i 8.174 euro e i 24.600 euro.
Si applica, invece, il cd. meccanismo di decalage per i redditi compresi tra i 24.600 euro e i 26.600 euro. Quindi i 960 euro si riducono man mano che il reddito di avvicina alla soglia limite appena menzionata.
Il nuovo bonus Irpef lascia immutato la soglia minima di 8.174 euro ma aumenta fino a 28.000 euro la soglia limite. Inoltre, incrementa il bonus fino a 100 euro al mese. Gli 80 euro, invece, saranno erogati a coloro che hanno un reddito compreso tra i 28.000 euro e i 35.000 euro.
Dai 35.000 euro in poi, fino ai 40.000 euro, il bonus si riduce gradualmente fino ad azzerarsi del tutto.
La formula per calcolare quanto spetta di bonus Irpef si differenzia a seconda se il reddito complessivo è compreso tra i 28.000 ed i 35.000 euro, nonché tra i 35.000 euro ed i 40.000 euro.
Nel primo caso, la formula è la seguente:
Nel secondo caso, invece, bisogna applicare la seguente formula
Oltre al credito d’imposta, i dipendenti avranno diritto a un’ulteriore agevolazione fiscale, ossia una nuova detrazione d’imposta. Quindi, in aggiunta alla normale detrazione (es. per carichi familiari, detrazione di lavoro dipendente, ecc.), la nuova versione del bonus 80 euro consente di godere di un’altra detrazione per chi ha un reddito complessivo superiore a 28.000 euro e fino a 40.000 euro.
Ma a quanto ammonta questo sconto fiscale? Ebbene, anche qui occorre applicare una formulare particolare. L’agevolazione è pari a:
Entrando nel dettaglio dei lavoratori interessati dalla predetta novità, il Governo ha concesso l’opportunità di usufruire del credito d’imposta, esclusivamente a coloro che hanno un reddito da lavoro dipendente di cui all’art. 49, co. 2, lett. a) del Dpr. n. 917/1986, ad esclusione dei pensionati.
Dunque, i pensionati sono i grandi esclusi dalla rivoluzione che ha interessato il bonus Renzi, insieme agli incapienti e ai lavoratori autonomi.
Tuttavia, fonti governative hanno affermato di voler rendere il Fisco più equo e progressivo, non solo per i lavoratori dipendenti, mediante una riforma dell’IRPEF. Dunque, l’intento è quello di considerare i pensionati e i lavoratori autonomi come tutti i contribuenti nell’ambito di una riforma IRPEF più ampia e completa.
La riduzione della pressione fiscale dei lavoratori dipendenti ha interessato in primis i lavoratori dipendenti, poiché questi ultimi occupano la maggior pare della base imponibile IRPEF complessiva.
L’unico motivo per cui il MEF è partito dalla riduzione della pressione fiscale dei lavoratori dipendenti è che questi occupano (insieme ai pensionati) l’85% della base imponibile IRPEF. I pensionati, pertanto, dovrebbero essere i prossimi soggetti a beneficiare della riforma IRPEF.
Chiaramente, essendo il bonus Irpef un importo erogato a seguito del calcolo dei contributi dovuti, sia a carico azienda che a carico dipendente, nonché dopo l’applicazione di scaglioni IRPEF, il credito d’imposta non rileva ai fini dell’importo pensionistico futuro.
Non bisogna dimenticarsi, inoltre, che il taglio del cuneo fiscale si applica anche ai:
La nuova riforma IRPEF, tra l’altro, attualmente allo studio del Governo, prevede una revisione strutturale del sistema delle detrazioni fiscali, attualmente basate sugli scaglioni IRPEF. Innanzitutto gli scaglioni di reddito delle aliquote potrebbero passare da 5 a 3. Quindi avremo una percentuale, ancora da definirsi, del:
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