«Napoli riparte» è il titolo della delibera con la quale la giunta guidata dal sindaco Luigi de Magistris – tra le altre cose – azzera le tasse per le attività commerciali. Contestualmente il Comune ha assegnato i primi 3455 buoni spesa dal valore di 300 euro. Saranno spendibili a partire da martedì. Il primo è stato assegnato a una famiglia di Barra composta da 6 figli tutti minorenni e dai due genitori. Il record di richieste dei buoni spesa per il primo giorno tocca a Pianura con 268. Il minor numero di richieste è invece di Posillipo che si ferma a quota 22. Palazzo San Giacomo batte due colpi e cerca di alleggerire con le sue misure anti-crisi la condizione di quei napoletani più sfortunati che per l’epidemia da Coronavirus hanno perso ogni forma di sostentamento.
L’atto di indirizzo porta la firma del vicesindaco Enrico Panini e delle assessore rispettivamente al Welfare e al Commercio Monica Buonanno e Rosaria Galiero. Una serie di misure anti-crisi tra le quali spicca «l’esenzione, per l’annualità 2020, del pagamento dei tributi locali da corrispondersi da parte delle attività commerciali, artigiane, culturali e turistiche che si impegnano a mantenere o integrare la forza lavoro preesistente alla chiusura». Una materia sulla quale il Municipio può incidere concretamente perché si tratta di materia di sua specifica competenza, il paletto posto, ovvero mantenere la forza lavoro senza licenziamenti non è negoziabile. Il Comune prova a dare una mano anche alla cosiddetta economia sommersa e si fa promotore di «un accordo con il sistema del credito locale a sostegno dei settori produttivi cittadini, con particolare riferimento a quelli che più sfuggono alla formalizzazione della loro attività». Passaggio criptico che il sindaco chiarisce così: «Napoli è città dell’economia circolare, del quotidiano, dell’arrangiarsi, non tutto è tracciato. Nessuno deve essere escluso» scrive su Fb. Quindi altri tre misure fattibili: «Apertura di un tavolo con le associazioni dei proprietari immobiliari allo scopo di produrre un contenimento del costo degli affitti sui locali commerciali», per quelli comunali già prevista l’esenzione per il 2020. Poi «riprogrammare i fondi strutturali europei, nazionali e regionali per destinarli al rilancio delle attività maggiormente colpite» e «burocrazia zero con procedure accelerate per sostenere attività economiche e lavori, pubblici e privati, in essere nel nostro territorio». E ancora: «Richiesta al Governo di poteri speciali per i sindaci per velocizzare le procedure di spesa, per avviare le opere infrastrutturali e la riapertura dei cantieri». Le ultime 3 misure hanno un sapore più politico come altre tematiche indirizzate direttamente a Palazzo Chigi che a ore dovrebbe emanare l’ennesimo decreto anti-crisi. «Ristorare le perdite subite dalle società partecipate dagli enti locali, in particolare le società del trasporto pubblico, rinegoziare i mutui degli enti locali e modifica della disciplina legislativa relativa agli enti in predissesto». Di L.Roano
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