Il concetto di discriminazione è talmente ampio da poter ricomprendere svariati e molteplici casi al suo interno. Non è difficile notare come la tale problematica sia presente anche quando volgiamo lo sguardo all’emergenza Corona Virus che ci ha travolto tanto irruentemente nell’ultimo periodo. La domanda che dunque, ci poniamo nella realtà attuale è se sia possibile parlare di discriminazione e se sia da considerarsi un reato fare nomi e cognomi dei contagiati di corona virus.
In linea di massima, possiamo dire che è illegale divulgare i nomi dei contagiati dal Coronavirus; ciò perché, se è vero che è interesse della collettività avere notizie sull’epidemia da Covid-19, è anche vero che è l’autorità sanitaria che deve occuparsi di adottare i provvedimenti adeguati per isolare e mettere in quarantena le persone contagiate al fine di proteggere l’intero territorio.
Dunque, il giornalista non può sostituirsi alle competenti autorità mediche nel segnalare i nuovi casi di persone contagiate da Coronavirus.Ciò che potrà fare il giornalista, invece, è riportare i dati statistici, cioè il numero di individui contagiati, nonché la loro residenza ed, eventualmente, l’attività lavorativa svolta, omettendo però i riferimenti anagrafici e, ovviamente, le immagini che possano identificare i soggetti. Prosegui nella lettura per approfondire ulteriori aspetti.
Quanto detto nel paragrafo precedente può essere derogato, e dunque è possibile divulgare i nomi dei contagiati dal Coronavirus, allorquando la notizia assuma un’importanza decisiva ai fini della cronaca: è il caso, ad esempio, del famoso “Paziente 1”, cioè del primo contagiato da Covid-19 in Italia, di cui i giornali hanno riportato nome, residenza, attività lavorativa ed età.
Ugualmente, è possibile divulgare i nomi delle persone decedute a causa del Coronavirus: anche in questo caso, si deve ritenere che il diritto di cronaca prevalga su quello alla riservatezza.
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